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  Un mirabile libro illustrato
  steso  sul pavimento
 
 
  Il pavimento del Duomo di Siena è uno 
  dei più vasti e pregiati esempi di 
  complesso di tarsie marmoree esistenti 
 
 
 
 
 
 
 
 
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  Il Duomo
 
 
  Il duomo di Siena dedicato a Santa Maria Assunta è stato costruito tra il 1215 e il 1263  in stile gotico italiano. La pianta è a croce latina. Ampio l’uso del marmo, sia per il rivestimento esterno che per l’interno, di colore bianco 
  che verde/nero, posto in opera a strisce alternate, con l’aggiunta di quello rosso nella facciata. Il bianco e il nero sono i colori simbolici della città che ricordano i cavalli bianchi e neri dei leggendari fondatori di Siena: Senio e 
  Aschio, figli di Remo.
  Ricchissima la lavorazione, godibile sia nella parte esterna dell’edificio, che al suo interno, con pregevolissime opere scultoree sia di tipo statuario che funzionale.
  Il Duomo è una vera pregevolissima opera d’arte in toto.
 
 
 
 
 
 
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  Edificato al centro dell’omonima 
  piazza, dove sorgeva una preesistente 
  cattedrale, il Duomo è uno degli 
  esempi più significativi di architettura 
  gotica medievale in Italia, 
  presentando anche tracce romaniche. 
 
 
 
 
 
 
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  Il pavimento del Duomo di Siena è uno dei più vasti e pregiati esempi di un complesso di 
  tarsie marmoree, un progetto decorativo che è durato sei secoli, dal Trecento 
  all'Ottocento. Come per la fabbrica della cattedrale, anche il pavimento si intreccia 
  indissolubilmente con la storia stessa della città e della sua arte: per questo nei secoli i 
  senesi non hanno lesinato risorse per la sua creazione prima e per la sua conservazione 
  poi. Composto da più di sessanta scene, è generalmente coperto nelle zone di maggior 
  frequentazione da fogli di masonite, tranne una volta all'anno, per circa due mesi, tra la 
  fine di agosto e la fine di ottobre.
 
 
 
 
 
 
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  In corrispondenza della prima parte della pavimentazione 
  della  navata centrale, ci troviamo di fronte alla Lupa che 
  allatta i gemelli, inserita in un cerchio, cui sono collegati altri 
  otto tondi di dimensione minore che mostrano gli emblemi di 
  città del Centro Italia. 
 
 
 
 
 
 
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  Il grande esagono 
  centrale, sotto la 
  cupola, è diviso in altri 
  sei esagoni più un 
  settimo centrale, tutti 
  di dimensioni uguali. 
  Ogni riquadro è 
  circondato da 
  un'elegante fregio a 
  spirale, con motivi 
  vegetali, e un'ulteriore 
  fascia a intreccio, 
  dovuta al disegno 
  beccafumiano. La 
  lettura delle scene non 
  segue un rigoroso 
  schema logico, ma va 
  da un riquadro all'altro 
  con interruzioni e 
  cambi di senso. Vi si 
  narrano storie 
  d’Israele e della Bibbia, 
  per terminare in 
  quello centrale 
  inferiore, con Elia 
  rapito dal carro di 
  fuoco.
 
 
 
 
 
 
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  Oltre ai grandi riquadri allegorici, a quelli raffiguranti episodi storici o relativi alla Bibbia o dal tema religioso, numerosi sono gli elementi d’abbellimento e di raccordo fra le varie zone della pavimentazione. 
  Anch’essi sono spesso vere opere d’arte.
 
 
 
 
 
 
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  Nel transetto destro, un riquadro mostra la punizione di 
  Assalonne, figlio ribelle di Davide, che fuggendo rimase 
  impigliato coi capelli a un albero dove venne raggiunto e 
  ucciso dai partigiani del padre. 
 
 
  La rappresentazione è di carattere più decorativo e rappresenta 
  una ruota, o meglio un grande rosone di cattedrale, fatto di 
  colonnette e archi ogivali. Al centro campeggia l'aquila bicipite, 
  emblema del Sacro Romano Impero che ricorda la fedeltà 
  ghibellina della città, la continuità di Siena col mondo romano, e 
  l'importanza del supremo potere civile del medioevo. 
 
  
  
 
 
 
 
 
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  La prima scena davanti al portale centrale raffigura 
  Ermete Mercurio Trismegisto, sapiente egizio che è 
  ricordato come depositario dell'intera sapienza 
  antica, quindi simbolo dell'inizio della conoscenza 
  terrena.
  È rappresentato come un saggio orientale raffigurato 
  nell'atto di offrire ad altri due uomini con la mano 
  destra un libro, mentre con la sinistra si appoggia ad 
  una citazione scritta su una lapide sostenuta da due 
  sfingi alate. I due uomini, che compiono un atto di 
  deferenza, potrebbero essere forse le tipizzazioni dei 
  saggi d'Oriente e d'Occidente.
 
 
 
 
 
 
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  Nel tempo, alcuni riquadri hanno subito aggressioni di vario tipo, date dall’usura, 
  dalle vicende storiche, qualche volta cruente, e dalle ‘‘revisioni’’ strutturali o di 
  impiego di alcune aree.
  E qualche personaggio ne ha fatto le spese.
 
 
 
 
 
 
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  A ben guardare, anche la 
  luce spesso assume un 
  ruolo caratterizzante i 
  riquadri pavimentali, o 
  parte di questi, 
  evidenziando o 
  sottolineandone porzioni, 
  facendo vibrare ancor di 
  più le scene, alimentando 
  così la grande suggestione 
  generale.
 
 
 
 
 
 
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  Sono presenti anche composizioni più semplici e meno articolate, che da secoli accompagnano il 
  passo dei fedeli, ed oggi anche dei tantissimi visitatori. 
 
 
 
 
 
 
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  Particolare del riquadro, presente nel transetto 
  sinistro, dedicato alla ‘‘Strage degli innocenti’’.
  La tecnica è diversa da quella usata nelle navate, con 
  l'uso di un maggior numero di marmi colorati a 
  creare zone d'ombra e di luce,
  Da notare anche la grande drammaticità, 
  sottolineata dalle pose e dalle espressioni dei 
  personaggi, che caratterizza il terribile evento.
 
 
 
 
 
 
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  Nota
  Alcune parti dei testi qui presenti sono da fonte Wikypedia.
 
  
 
  Quella della visione del pavimento del Duomo è un’esperienza 
  nell’esperienza. Il Duomo, così imponente e ricco, in grado di evocare 
  fortemente l’atmosfera di un passato che ai nostri occhi appare pieno di 
  fascino, può vantare anche questa meravigliosa pavimentazione, che da sola 
  vale un viaggio, che saprà essere certamente anche un viaggio nel tempo, 
  sfogliando le pagine di un mirabile libro. Steso sul pavimento.